
Il Museo Diocesano Adriano Bernareggi aprirà il 27 settembre nell’antico Palazzo del Vescovo. Tra le opere esposte troverà posto anche un oggetto di straordinaria bellezza e significato: il calice in argento sbalzato del 1478 custodito nella Sacrestia della Prepositurale di San Giuliano in Albino (nella foto sotto, un’anticipazione dell’allestimento).

«Il calice – spiega sul notiziario parrocchiale il conservatore del Museo e coordinatore delle attività Silvio Tomasini -, oltre al suo valore liturgico e alla raffinatezza tecnica, è stato raffigurato da Giovan Battista Moroni nello stendardo processionale “Gloria Eucaristica”, proveniente dalla Parrocchia di Pradalunga e verrà collocato a pochi centimetri dal dipinto che ha ispirato. Portarlo in esposizione a Bergamo significa dunque far dialogare centro e periferia, città e valle, memoria locale e racconto universale. Il prestito, che avrà durata triennale, si inserisce nel progetto che accompagnerà l’apertura del nuovo Museo Bernareggi, chiamato a raccontare non solo la storia della Chiesa nella città di Bergamo, ma anche la ricchezza diffusa delle comunità del territorio. È proprio dalle parrocchie, infatti, che proviene una parte fondamentale del patrimonio che nei secoli ha espresso la fede, la devozione e l’ingegno artistico delle nostre genti».
«Riceviamo quindi – continua Tomasini – la viva gratitudine degli incaricati diocesani al nuovo museo che, mentre desiderano sottolineare la generosità e la disponibilità della Parrocchia di San Giuliano, segnalano che questo gesto arricchisce l’intero percorso del nuovo Museo e offre a tanti la possibilità di conoscere da vicino un’opera di oreficeria tanto preziosa e di poter apprendere meglio la profonda spiritualità del grande artista albinese Giovan Battista Moroni, al quale il Museo dedica particolare attenzione. Ben tre sale, infatti, saranno dedicate alle sue opere, sottolineando il ruolo centrale dell’artista nella cultura bergamasca e indicandolo come ispiratore dell’arte per oltre un secolo a lui successivo».
«Certamente – conclude – il calice verrà utilizzato in alcune celebrazioni particolari anche in Cattedrale quando presiederà il vescovo».
(Da primaBergamo del 17 settembre 2025)